Qualche malumore sta scandendo la preparazione del “primo ed unico evento nazionale che riunirà tutte le parti interessate sui temi dei Sistemi di Gestione, delle Certificazioni, degli Accreditamenti volontari, regolamentati-cogenti e delle relative Notifiche.”
SiACeN 2011 è il nome del primo Congresso Nazionale sui Sistemi di Gestione, Accreditamenti, Certificazioni e Notifiche, organizzato da ANGQ (aderente a Fita-Confindustria), l’Associazione Nazionale Garanzia della Qualità, in programma dal 18 al 20 maggio 2011 a Roma, a cui parteciperà anche il Ministero dello Sviluppo economico.
“L’intento – secondo quanto fa sapere una nota degli organizzatori – è quello di riunire tutte le parti interessate in un dibattito culturale finalizzato, attraverso il dialogo e il confronto, a promuovere un programma congiunto che possa individuare le esigenze delle parti stesse e identificare i possibili obiettivi di miglioramento utili al ‘Sistema Qualità Italia’ e più in generale al ‘Sistema Paese’, ponendo così le basi per un confronto continuo e duraturo nel tempo.”
“Pensiamo che il mancato invito degli Ispettori sia dovuto ad una semplice dimenticanza – si legge in una missiva dei giorni scorsi di Malagigi inviata direttamente a Gaetano Montebelli, Direttore Generale ANGQ, che però avrebbe risposto picche al mittente.
“Dopo avere avuto le prime entusiastiche adesioni di ACCREDIA, AIOICI, ALPI, CISQ, CEI, UNI e Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici – si legge in una replica di ANGQ ad AIVI – da pochi giorni abbiamo iniziato a prendere nostre iniziative per richiedere adesioni/sponsorizzazioni ad organizzazioni che riteniamo siano interessate all’evento.”
Il tavolo quindi è sì di confronto, ma a quanto pare non per gli Ispettori italiani, i quali per partecipare ai 15 convegni monotematici in programma, dovranno pagare con la possibilità di presenziare esclusivamente come sponsor e non come operatori.
“Un boicotaggio incomprensibile – fanno sapere dall’AIVI – anche perché nessuno, a quanto ci risulta, ha chiesto soldi alle altre associazioni per partecipare ai tavoli, mentre li hanno chiesti a noi che siamo tra l’altro l’anello più debole della catena.”
Ma le perplessità degli “esclusi” non si esauriscono qui: “Come mai ACCREDIA, UNI e CEI mettono a disposizione il proprio nome per far fare business a terze associazioni?” (Fonte CertineWs)