Così il trojan riesce a catturare login e password inseriti dai clienti per eseguire le loro operazioni e li reinvia ad un server controllato da hacker e cyber-criminali che possono usare le informazioni estorte illegalmente per accedere ai conti degli utenti o per effettuare acquisti con le carte di credito. Un nuovo “trojan” è in grado di colpire gli utenti che visitano siti finanziari e qui effettuano operazioni. La minaccia riguarda gli utenti Windows ovvero la maggioranza, ci sono stati casi negli Usa e nel Regno Unito ma il pericolo sarebbe globale.
Inoltre gli esperti avvertono che il codice maligno necessario per eseguire il trojan non si trova soltanto nei siti web pornografici e in quelli di gioco d’azzardo, come avviene di solito, ma anche su decine di siti apparentemente innocui. Anche se il virus esiste dal 2005, il nuovo ceppo sembra essere più aggressivo e avere una diffusione più veloce dei suoi predecessori. Secondo un rapporto della IBM, i software trojan come Clampi rappresentano il 55% di tutti i nuovi programmi maligni comparsi nella prima metà del 2009, mentre nello stesso periodo dello scorso anno erano il 46%. I trojan sono malware (software dannosi per i computer) le cui funzionalità sono nascoste all’interno di un programma apparentemente utile. I “cavalli di Troia” sono composti generalmente da 2 file: il file server, che viene installato nella macchina-vittima, ed un file client, usato per inviare istruzioni al server controllato dai criminali. Sempre secondo il rapporto della IBM c’é un aumento del numero di link a pagine web “maligno”, pari ad oltre il 500% nel primo semestre di quest’anno. La scorsa settimana anche il sito web del New York Times è stato colpito: i criminali avevano inserito la minaccia in uno degli annunci che comparivano nel sito. (Fonte Repubblica)