Solinas(Deloitte): Imprese italiane: sostenere la competitività e la capacità di investire

“Il private capital è fondamentale per rilanciare il Paese. Le aziende in crisi hanno necessità di capitali e in questa fase è importante traghettare il sistema attraverso un tandem pubblico-privato che lavori in sinergia. Condivido la posizione emersa ieri dal consiglio direttivo Aifi e l’appello del Presidente Innocenzo Cipolletta affinché il Governo spinga gli investitori istituzionali a investire nei fondi per generare interventi sull’economia reale.”
Lo scrive Antonio Solinas, AD del Financial Advisory di Deloitte, in un suo intervento pubblicato oggi da MIlano Finanza.

“Il percorso da fare verso la ripresa- spiega Solinas- è ancora lungo, sarà fondamentale agevolare e favorire la ripresa dell’attività produttiva e delle attività reali, con una visione di prospettiva e strategica. In quest’ottica accolgo altresì con favore il richiamo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché si favorisca “il rafforzamento patrimoniale delle imprese e la loro crescita dimensionale, per sostenere la competitività e la capacità di investire e innovare nel nuovo contesto”. Questo monito deve guidare il lavoro quotidiano di tutti coloro che oggi lavorano nel mondo della consulenza a supporto delle aziende. Nell’attuale contesto di crisi economica e sociale dovuta alla pandemia, diventa sempre più importante la capacità di rivolgersi al mercato con soluzioni innovative, concrete e con un approccio multidisciplinare, che garantiscano la realizzazione di asset che abbiano ricaduta immediata sulla società e sui comportamenti. Competitività e investimenti mirati dovranno essere parte integrante di quella resilienza che permetterà una risposta immediata alle difficoltà di questi mesi.

La pandemia non ha risparmiato nessuna area del pianeta e come dimostrano gli studi della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad) ci sarà un nuovo ridimensionamento degli investimenti diretti esteri, con l’Italia che potrebbe perdere il 40% degli Ide nel 2020, scendendo sotto i 20 miliardi di dollari. Una riduzione drastica se si pensa ai 33 miliardi di appena due anni fa. Tutte le pesanti conseguenze portate dal diffondersi del virus hanno reso sempre più evidente quanto conti per le aziende essere capitalizzate e pronte ad affrontare le crisi. Per tutelare e far crescere il nostro tessuto economico è venuto il momento delle scelte, perché ormai è chiaro che “piccolo non è più bello” e che le nostre imprese a livello globale competono con realtà spesso molto grandi e ben strutturate. Diventa strategico puntare sulla dimensione delle società in modo da far emergere operatori industriali e finanziari anche domestici che fungano da “aggregatori” nei vari comparti, sostituendosi nel ruolo fino ad oggi demandato ad operatori e private equity e capaci di indirizzare la direzione degli investimenti cross-border. Sta al nostro Paese decidere se aiutarle o se farle diventare prede di realtà di altre Nazioni, con politiche in grado di superare un momento così difficile. Ci aspetta un periodo di operazioni straordinarie, le nostre imprese devono essere pronte e avere una visione ampia, anche a livello globale, dei mercati. Intercettare tutte le opportunità con rapidità e misure efficaci sarà utile anche per evitare che la recessione si trasformi in depressione, con effetti ancora più profondi e duraturi.”

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