A 7 anni di distanza dall’emanazione della Legge 3 del 2012, rinominata Legge Salvasuicidi, la maggior parte delle persone che si trovano in stato di sovraindebitamento ignorano gli strumenti a loro disposizione per uscire da quell’incubo. A denunciare la cosa è Gianmario Bertollo, tra i massimi esperti in Italia dell’argomento, che ha dato vita a un portale di informazione giuridica ed assistenza contabile dedicato interamente ad approfondire e far conoscere tali strumenti, www.legge3.it.
Ancora oggi, infatti, oltre un decennio dopo, non sembrano del tutto attenuate le conseguenze della terribile crisi che nel 2008 colpì il sistema economico e finanziario di tutto il mondo. Milioni gli imprenditori e i privati cittadini costretti negli anni a contrarre debiti per pagare i conti, entrando in un vortice buio che sembra senza via d’uscita. Con la Legge 3/2012, il Governo Italiano ha introdotto una serie di procedure per contrastare il fenomeno, procedure, però, che non sono state adeguatamente comunicate e per questo sconosciute alla maggior parte della popolazione.
“La maggior parte dei grandi creditori sono banche, grandi finanziarie, lo Stato ed Equitalia, non stupisce, dunque, che le procedure a sostegno di persone sovraindebitate non siano state sponsorizzate con troppa enfasi. Basta pensare al fatto che fino all’inizio del 2015 è stata pressoché inapplicabile, e solo dopo una quasi completa riscrittura si è arrivati alle prime omologhe o decreti di liquidazione. – Commenta Bertollo. – Io, purtroppo, conosco bene questa situazione, poiché anni fa l’ho sperimentata sulla mia pelle, ma uscirne è possibile, se si sa come fare. Per questo, insieme ad un network di professionisti che opera in tutta Italia, ho deciso di dare vita a Legge3.it, perché la situazione in Italia è ancora pericolosamente critica. Basta pensare che riceviamo in media 1.000 richieste di assistenza al mese, da tutte le zone d’Italia in cui siamo presenti, da parte di persone che si trovano in uno stato di forte difficoltà”.
Recenti ricerche, infatti, parlano di oltre 2 milioni di famiglie in stato di sovraindebitamento irreversibile nel 2018, altre 500.000 non rientrano nel primo gruppo per poche centinaia di euro. Conseguenza di tutto questo, sono le esecuzioni immobiliari: oltre 245.000 immobili sono andati all’asta nel 2018 per un valore totale di 36,4 miliardi di euro. Vedersi confiscare la casa vuol dire sentirsi strappare via i sacrifici di una vita, perdere ogni certezza e il luogo sicuro in cui cercare riparo, cercare ospitalità per sé e la propria famiglia, avere l’impressione di aver perso la propria dignità.
Alla luce di tutto questo, viene da chiedersi, quante di queste imprese e famiglie, se avessero conosciuto l’esistenza di tale legge, avrebbero potuto risolvere la propria situazione prima di arrivare a quello che sembra essere un punto di non ritorno?
“Uscire dall’incubo è possibile. Da quando abbiamo dato vita al progetto di Legge3, oltre 400 persone si sono affidate a noi e stiamo portando avanti la procedura nei vari tribunali d’Italia. Ad un nostro cliente, ad esempio, abbiamo consentito un risparmio di 1,4 milioni di euro di debiti, che aveva soprattutto con Equitalia. Ma questo non vuol dire che la Legge 3 sia un paracadute per ogni cosa. – Aggiunge Bertollo. –Va detto che questi strumenti sono riservati a chi non può accedere alle procedure concorsuali. Inoltre, non bisogna aver fatto i furbetti intestando beni a parenti o amici distogliendoli dal patrimonio su cui i creditori potevano rivalersi e non bisogna aver contratto debiti già sapendo che non si avrebbero avuto le risorse per rimborsarli. Il sovraindebitamento deve avere cause imprevedibili e non volute. Bisogna quindi meritarsi l’accesso ai benefici della Legge”.
COSA PREVEDE NELLO SPECIFICO LA LEGGE 3/2012
- l’Accordo di composizione della Crisi in cui si presenta un piano di rientro ai creditori e si chiede loro il consenso. Se il 60% dei detentori del credito sono d’accordo il giudice omologa il piano e il debitore versa quanto promesso in base alle sue capacità reddituali.
- Il Piano del Consumatore, riservato ai soggetti che non hanno contratto debiti in una attività di impresa, che prevede una proposta al giudice di un piano di rientro anche qui basato sulle effettive possibilità di reddito del debitore. Non è previsto in questo caso l’accordo dei creditori.
- La liquidazione del patrimonio che prevede che il debitore metta a disposizione quello che ha in un tempo be definito. Al termine del periodo che deve essere minimo di 4 anni le somme ottenute dalla liquidazione dei beni vengono distribuite tra i creditori e i debiti eventualmente rimasti vengono considerati inesigibili ed il debitore se verrà considerato meritevole si vedrà completamente esdebitato.