Lo afferma Raffaele Salerno, il direttore dello stabilimento Thyssen di Torino, condannato a 13 anni e 6 mesi per la morte di sette operai. In una conversazione con Repubblica, Salerno afferma di essere molto provato. «Sono solo un uomo che ha lavorato per 40 anni in uno stabilimento – dice -, che non ha mai fatto del male, e che si ritrova con 13 anni di galera davanti». «Siamo stati sbattuti in prima pagina come dei mostri – aggiunge – sarete orgogliosi del risultato raggiunto». Salerno spiega di sentirsi un capro espiatorio «ma non solo io – aggiunge -, tutti quanti noi imputati».
SACCONI, PENSO AZIENDA RESTI A PRODURRE IN ITALIA
Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi non crede che la sentenza sul rogo di Torino alla Thyssenkrupp nella quale morirono sette operai (16 anni e mezzo di reclusione previsti per l’amministratore delegato) potrà indurre la dirigenza dell’azienda a lasciare la produzione in Italia. «Non credo ci possa essere questo effetto – ha detto nel corso del suo intervento a ‘Mattino 5’ – l’accusa aveva presentato un impianto accusatorio molto solido». Quello che deve accadere in conseguenza della tragedia di Torino è un maggior impegno di tutti sulla prevenzione. La prevenzione è la riposta fondamentale e la prevenzione efficace si realizza con la collaborazione tra azienda e lavoratori. Sono stato nei giorni scorsi a Terni,ha concluso, ho avvertito un clima positivo di coesione in quello stabilimento che mi fa pensare che l’azienda resti a produrre acciai speciali nel nostro territorio«.
IDV, SACCONI SERVILE CON VERTICI AZIENDA
«Dopo la storica sentenza sulla Thyssen Krupp i vertici dell’azienda hanno minacciato di abbandonare l’Italia. E il ministro della disoccupazione, Maurizio Sacconi, invece di reagire a muso duro, ha risposto, come al solito, in modo timido e servile a chi fa sciacallaggio, contrapponendo un posto di lavoro alla vita degli operai». Lo afferma in una nota il responsabile lavoro e welfare dell’Italia dei Valori, Maurizio Zipponi.
VINTI, DOPO SENTENZA TORINO NIENTE COME PRIMA
Dopo la sentenza per il rogo alla Thyssen Krupp di Torino «niente sarà più come prima», secondo l’assessore regionale Stefano Vinti, per il quale l’esito del processo di Torino «può cambiare la coscienza dei lavoratori, che sanno di poter avere più garanzie per la loro sicurezza, ma – sottolinea Vinti – dovrà cambiare l’approccio degli imprenditori». La sentenza «ci dice che sono loro, gli imprenditori, i responsabili della sicurezza, e che – ribadisce Vinti, in un comunicato della Regione – da ora in avanti dovranno fare i conti con sentenze e condanne reali e non più con quel generico ‘omicidio colposò che troppo spesso ha lasciato fuori chi aveva il compito di assicurare ciò che in ogni posto di lavoro è un diritto imprescindibile: la sicurezza, appunto». «Le condanne della corte d’assise di Torino – continua l’assessore – impongono un ripensamento dei diritti dei lavoratori, in primis la salute, e serviranno, se la sentenza diventerà definitiva, come monito per il futuro. Forse smetteremo di considerare le cosiddette morti bianche come una tragica ed ineludibile fatalità. Esse sono al contrario il frutto di scelte sbagliate, di decisioni che rispondono ad esigenze di profitto, che troppo spesso mettono a repentaglio la vita dei lavoratori». (Fonte CertineWs)