POIN (Programma Operativo Interregionale) “Interventi a sostegno della produzione di energia da fonti rinnovabili, nell’ ambito dell’efficientamento energetico degli edifici e utenze energetiche pubbliche o ad uso pubblico”, valevole per il periodo 2007 – 2013. Sembra proprio che lo Stato voglia davvero dare il buon esempio sul fronte dell’impatto ambientale, poichè a beneficiare di interventi mirati alla realizzazione di nuovi impianti per lo sfruttamento di fonti rinnovabilli – fotovoltaico, cogenerazione, biomasse, solare termico, geotermico – saranno infatti strutture pubbliche, edifici ministeriali, dell’amministrazione penitenziaria, della Difesa. L’elenco sottoscritto dalla Direzione generale per l’energia nucleare, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica annovera in primo luogo edifici comunali e provinciali, ma sono stati approvati anche progetti che coinvolgeranno case circondariali, comandi dei Carabinieri, sedi dell’Aeronautica. Sono 30 i milioni di euro a cui ammonta il complesso di progetti approvati dal decreto, che fluidifica una situazione che consentirà di dare inizio alle attività già nell’anno in corso. E proprio nell’ottica di una maggiore fluidità nelle procedure legate alla realizzazione di nuovi impianti, un’altra regione del Sud mette a segno un obiettivo di rilevante interesse: con una delibera di riordino delle norme esistenti, la Basilicata ha stabilito che per la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici fino a 1 Mw non sarà necessario seguire l’iter previsto dalla procedura di compatibilità ambientale, ma sarà sufficiente una DIA. Il provvedimento varato dall’esecutivo lucano risponde all’esigenza di snellimento procedurale manifestata da vari soggetti interessati, che lamentano l’eccessiva lunghezza dei tempi imposti da Enel ed Autorità energia elettrica e gas, un fattore demotivante per quegli agricoltori che vorrebbero diventare “produttori di energia alternativa” attraverso la realizzazione di mini-impianti per le proprie aziende agricole. La Confederazione Italiana Agricoltori evidenzia infatti che un’azienda agricola può impiegare sei anni per allacciare il proprio impianto energetico alla rete. Dalla commissione Industria del Parlamento europeo arriva invece lo sblocco dei fondi non spesi nel programma energetico europeo per la ripresa, istituito con il regolamento CE n. 663 del 13 luglio 2009, con la distribuzione di oltre 110 milioni di euro per i progetti di nuovi impianti proposti dagli enti locali. Lo stanziamento toccherà strutture private e pubbliche, ma anche per questi interventi si parla a livello di comuni, province e regioni, per progetti a basso impatto ambientale, di teleriscaldamento, produzione di energia da fonti rinnovabili, trasporto urbano e infrastrutture locali (razionalizzazione dell’illuminazione stradale, interventi per l’efficienza degli impianti degli edifici pubblici, reti con contatori intelligenti, eccetera). L’intento dichiarato è di creare lavoro e aiutare l’ambiente, favorendo lo sviluppo di progetti locali (che richiedono il reclutamento di manodopera) per massimizzarne i risultati ottenibili e non polverizzare le risorse in iniziative delocalizzate e di più ampio respiro, che potrebbero rivelarsi dispersive. (Fonte CertineWs)