E negli ultimi mesi i gruppi dell’odio su Facebook hanno richiamato più volte l’attenzione dei media. Secondo il progetto, i provider potranno intervenire per rimuovere materiali che violano le norme e anche l’opinione degli operatori è positiva. Gli utenti su internet sono i più attivi nella segnalazione di contenuti offensivi: il loro contributo è fondamentale. La collaborazione con il pubblico del web avrà un ruolo decisivo nella capacità di autoregolamentazione on line. La bozza del codice nasce su impulso del ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Ma restano alcuni punti da approfondire durante la discussione della bozza. Come, ad esempio, definire il protocollo di comunicazione tra fornitori di accesso on line e autorità giudiziaria. Il testo è in fase di elaborazione da dicembre, quando il ministro Maroni ha convocato una riunione con gli operatori del settore. All’incontro, tra gli altri, hanno partecipato Google, Facebook e Microsoft. La proposta è arrivata in coincidenza con un dibattito sempre più intenso sulla tutela dei dati personali nei social network, tanto che anche ieri il gruppo “Article 29 data protection party” della Commissione europea è intervenuto per chiedere maggiore trasparenza nelle policy delle reti sociali on line che riguardano le informazioni personali degli iscritti. Gli utenti, per esempio, devono essere consapevoli che, se scelgono di pubblicare la loro pagina privata sul web, il loro profilo può essere trovato dai motori di ricerca. (Fonte CertineWs)